
Caterina Casini in scena al Teatro della Misericordia con “Woman Before a Glass” di Lanie Robertson.
Il giorno 7 dicembre 2017 presso il Teatro della Misericordia di Sansepolcro è andata in scena una performance dell’attrice Caterina Casini, regia di Giles Smith: “Woman Before a Glass”.
L’argomento è uno spaccato della vita di Peggy Guggenheim, l’esuberante collezionista di Arte Moderna.
Peggy nasce a New York il 26 agosto 1898, è figlia di Benjamin Guggenheim e nipote di Solomon R. Guggenheim. Neanche ventenne Peggy comincia a lavorare in una libreria di New York e frequenta importanti circoli e salotti, dove conosce molti intellettuali e artisti dell’epoca, entrando così nel mondo dell’avanguardia.
Si avvicina al mondo dell’arte fin da piccola grazie alla sua famiglia e soprattutto allo zio paterno, Solomon Guggenheim, proprietario del Guggenheim Museum di New York. Durante la sua vita sono poche le persone a cui è veramente legata: avrà vari mariti, molti amanti e due figli nati da un amore non ricambiato; molte saranno anche le persone di cui si circonderà, da importanti artisti a gente comune. Il suo più grande amore però sarà sempre l’arte moderna e questo farà di lei una collezionista oltre che la mecenate di artisti oggi conosciuti in tutto il mondo, come ad esempio Pollock.
Lo spettacolo evidenzia gli aspetti più significativi della sua vita: l’amore per l’Arte, per gli artisti che la producono e che lei stessa farà conoscere al pubblico e l’amore per la figlia Pegeen, per la quale immagina un brillante futuro come artista, poiché in lei Peggy vede la bravura dei pittori di quei quadri che lei stessa colleziona.
Il personaggio di Peggy e le vicende portate sulla scena sono pervasi da un senso di inquietudine che dall’inizio alla fine aumenta sempre di più, un crescendo di emozioni che porta lo spettatore a seguire sempre più attentamente lo spettacolo senza mai distrarsi.
Il registra sembra sottolineare soprattutto l’estrema solitudine della donna che, pur essendo circondata da una moltitudine di figure più o meno rilevanti dal punto di vista sociale e culturale, non riesce a stabilire legami profondi ad eccezione di quello con la figlia, che però la lascerà prematuramente suicidandosi. Questo malsano gesto di Pegeen segnerà profondamente la vita della madre che, nonostante il suo carattere eccentrico e scanzonato, sentirà di aver perso il suo unico punto di riferimento certo. Solo alla fine, la simulazione del movimento dell’acqua della laguna riporta la quiete e tutto il tono ammonitivo e triste da cui lo spettacolo è pervaso sembra perdersi tra il sottofondo musicale soave, la proiezione delle tranquille onde del mare e anche attraverso Peggy stessa, che, rilassata, accenna un sorriso ricordando gli eventi della sua vita.
L’attrice Caterina Casini, protagonista della piece, riesce a rendere con ammirevole versatilità la personalità particolare e multiforme della donna in ogni sua sfumatura, ma soprattutto è stata abile nel far percepire che dentro al guscio di donna forte e trasgressiva, Peggy ha un’anima tormentata e fragile. Grazie ad una evidente padronanza dell’arte scenica, la Casini è riuscita a raccontare non solo l’ereditiera che ha rapporti d’affari con i più importanti musei del mondo, ma anche l’amante, la moglie, la madre apprensiva, la donna tormentata che davvero era.
L’inquietudine della protagonista, gli stati d’animo altalenanti e i numerosi alti e bassi che hanno scosso la sua vita sono resi in maniera allusiva e sintetica anche dalla scenografia, ideata da Stefano Macaione, che si avvale dell’uso del video-mapping: attraverso questa tecnica, che consiste nel proiettare foto della vita della donna e immagini dei quadri da lei collezionati, si percepisce la dinamicità di Peggy. Gli oggetti sui quali vengono fatte le proiezioni non sono altro che un gruppo di quattro teloni bianchi posti verticalmente e un trono che riproduce fedelmente quello realmente esistente situato a Palazzo Venier dei Leoni a Venezia, residenza di Peggy.
Da quanto è emerso durante il dibattito in coda alla rappresentazione, sono state apprezzate sia la performance dell’attrice che la particolare scenografia: l’equilibrato connubio di questi due fattori ha contribuito alla perfetta riuscita di uno spettacolo che ha riscosso l’unanime consenso del pubblico presente in sala.