
L’ARTE DI FARE COMMEDIA: Fabio Mangolini incontra gli studenti di Sansepolcro e realizza una performance tra maschera e commedia.
Durante la mattinata del 6 marzo 2018 è andato in scena lo spettacolo “Il Lazzo della Mosca”, che prende titolo da un episodio riguardante Arlecchino narrato poi nel corso della rappresentazione stessa.
Fabio Mangolini, autore e interprete in prima persona dell’opera, è specializzato nella commedia dell’arte che tutt’ora pratica a livello mondiale: oltre ad aver viaggiato di paese in paese portando in scena i propri spettacoli, è stato ed è insegnante in varie accademie internazionali come quella di Parigi, di Madrid e di Bruxelles.
L’intero spettacolo si è sviluppato su due piani distinti: si alternavano infatti una parte esplicativa e una interpretativa.
La rappresentazione si è aperta con un’introduzione nella quale Mangolini ha spiegato le origini della Commedia dell’arte vestendo i panni di un notaio che verso la metà del 1500 stipula un contratto con altri 13 commedianti a Padova. In coda a questa breve scena, Mangolini, smessi i panni del notaio, si è dedicato all’esposizione di una parte teorica riguardante la Commedia dell’Arte, la rivoluzione avvenuta dopo l’entrata in scena della donna nell’ambiente teatrale e la riforma Goldoniana.
La seconda parte è stata dedicata fondamentalmente alle maschere, alla loro storia e ai loro significati; anche questo momento dello spettacolo, si è caratterizzato per un serrato alternarsi di realtà e finzione: Mangolini è stato abile nel calarsi nei panni di tanti diversi personaggi, tutti con differenti peculiarità, atteggiamenti, dialetti e appartenenze sociali.
Tra le maschere a noi presentate c’erano sia quelle provenienti da ceti più umili, come ad esempio Zanni o Arlecchino, sia quelle più illustri come Pantalone o il Capitano. Queste maschere, ci ha detto poi l’autore, sono realizzate in cuoio dalla stessa famiglia Sartoni, specializzata in quest’arte.
Al termine dello spettacolo, ha dato la possibilità ad alcuni ragazzi del pubblico di provare in prima persona l’esperienza dell'”improvvisazione”, attraverso un breve sketch divertente e dinamico.
Molto interessanti sono stati i temi da lui trattati e la modalità espositiva da lui scelta, anche se la parte iniziale è risultata meno coinvolgente rispetto a tutto il resto.