IL MULINO DI AMLETO – PLATONOV

MERCOLEDì 22 GENNAIO AL TEATRO DANTE DI SANSEPOLCRO

Questo spettacolo è una finestra aperta su un Cechov quasi sconosciuto, su un suo testo giovanile ritrovato casualmente.

Durante i bruschi movimenti della Rivoluzione russa nel 1917, Maria Cechov, sorella del drammaturgo, nascose molti manoscritti e appunti del fratello in una cassetta di sicurezza a Mosca. Nel 1921 alcuni studenti sovietici riuscirono ad aprirla e scoprirono un’opera teatrale. Cechov aveva ventuno anni quando la scrisse. “Platonov”, così viene chiamato questo dramma, è il fallimento dell’utopia dell’artista, che vuole raccontare e cogliere fino in fondo la vita e i suoi meccanismi cercando di raccontarla nella sua interezza in un dramma teatrale.

I personaggi si trovano nella tenuta caduta in disgrazia di Ana Petrovna ed è lì che trascorrono le serate tra fiumi di vodka che annebbia, almeno per un attimo, i problemi dei personaggi, come Platonov, conteso tra la moglie Sasha, la padrona di casa e la giovane Sofja.

I personaggi risultano insoddisfatti del proprio essere, pur celando le loro frustrazioni e volendo apparire come persone di spessore; falliscono però nelle ultime scene, in cui si abbandonano completamente al caos.

Quest’opera viene rappresentata come un gigantesco affresco incompiuto, un meraviglioso classico affrontato dalla compagnia come se fosse un testo contemporaneo, in cui i problemi dei nostri tempi vengono affrontati con leggerezza, per entrare all’interno del dramma senza però rimanerci intrappolati.

Marco Lorenzi e Il Mulino di Amleto affrontano questo “mostro” drammaturgico attraverso alcune scelte di regia efficaci e di grande impatto, prima su tutte quella dell’inclusione del pubblico all’interno delle scene interagendo e scambiando sguardi e battute con gli spettatori che diventano testimoni dell’accaduto, una presenza reale e non racchiusa nel buio della platea.

Come detto dal regista, quest’opera è una “festa nella tragedia” in cui le vicende hanno uno sfondo di felicità e allegria, interrotte però da momenti di ira che fanno trasparire i veri animi dei personaggi, il tutto alimentato e portato all’estremo dall’uso eccessivo di vodka.

Nella sua interezza quest’opera finisce per provocare emozioni contrastanti riuscendo sempre nel suo intento, ovvero farci immedesimare nel personaggio, con tutte le debolezze che ci accomunano  ad esso. Nonostante la rappresentazione sia sotto una  commedia suscita sempre riflessioni, proprio come il dramma originale di Cechov.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *