La Nebbiosa

La mattina del 18 maggio 2018, presso il Teatro alla Misericordia di Sansepolcro, è andata in scena “La Nebbiosa”, versione riadattata per i ragazzi da Paolo Trotti e Stefano Annoni, liberamente tratto dall’omonima sceneggiatura di Pier Paolo Pasolini, importante figura del XX secolo.

La Nebbiosa è un racconto noir ambientato nella “Milano bene”, luogo da cui provengono i 6 personaggi principali, i “teddy boy” che durante la notte di capodanno compiono svariati atti illeciti, cercando di sopravvivere galleggiando tra violenza e le rovine di una città in costruzione, con sottofondo un incalzante ritmo Rock ‘n Roll portato in scena attraverso un’abile uso di batteria e percussioni.

L’intero spettacolo è raccontato dal punto di vista di Ciro, un bambino che all’epoca dei  fatti aveva 10 anni e che è diventato ormai grande: è quindi una sorta di flashback durante il quale gli unici due attori, Stefano Annoni e Diego Paul Galtieri entrano nei panni di Rospo, Contessa, Teppa, Elvis, Mosè, Jimcana, nonché delle loro vittime; nonostante sul palco ci fossero solo due attori, è stata percepita una forte pluralità, ogni personaggio aveva la propria peculiarità o caratteristica che ha reso facile distinguerli l’uno dall’altro. 

Molte sono state le scene forti che hanno evidenziato la malignità e la voglia di ribellione di questi ragazzi giovani e insoddisfatti della loro vita, tra cui quella in cui la gang ha aggredito una povera barbona, umiliandola e molestandola, oppure quella in cui un omosessuale è stato aggredito e ucciso. Riguardo quest’ultimo episodio, è stata riprodotta la morte di Piero Paolo Pasolini, ucciso da una macchina forse a causa della sua omosessualità. 

L’allestimento scenico era composto da pochi elementi essenziali e luci dai colori primari. Nonostante l’essenzialità, è stata portata in scena con maestria la figura della donna, non presente fisicamente in scena, attraverso vestiti, “cambi di personalità” dell’attore stesso, ombre cinesi o addirittura con l’ausilio di uno scheletro, forte metafora che stava a rappresentare in un certo senso la morte.

Grande professionalità da parte di entrambi gli attori che hanno saputo portare in scena con semplicità, divertimento e uso di un linguaggio adeguato, tematiche così delicate, toccanti e attuali.  Lo spettacolo è stato gradito dalla maggioranza del giovane pubblico, colpito particolarmente dalle scene più crude, ampliando la propria cultura personale.

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