
Presso la Biblioteca Comunale di Sansepolcro Amanda Sandrelli incontra il pubblico per parlare di “Vivo nella Giungla, Dormo tra le Spine” di cui è protagonista.
Il giorno 11 gennaio, presso la Biblioteca Comunale di Sansepolcro si è tenuta una conferenza con Amanda Sandrelli, Luca Giordana e Alessio Zirulia, a seguito della quale è andato in scena, presso il teatro Dante, lo spettacolo “Vivo nella giungla, dormo tra le spine”.
Il testo della piece è parte di un progetto nato nel 2011 con un gruppo di giovani provenienti da zone difficili del nostro pianeta; da questo progetto sono nati 3 spettacoli, di cui questo è l’ultima tappa. La rappresentazione è basata sulla storia vera di un ragazzo pakistano, Shahzab Iqbal, che, arrivato in Italia dopo una pericolosa fuga dal suo paese attraverso il Mar Mediterraneo, incontra Viviana, un’avvocatessa, con la quale instaurerà un rapporto affettuoso e intenso.
Questi due personaggi, interpretati rispettivamente da Alessio Zirulia e Amanda Sandrelli, sono affiancati da Luca Giordana, nelle vesti dell’amante di lei, il quale gestisce la struttura in cui risiede Sher, il ragazzo pakistano; quest’ultimo, sapendo che l’uomo è già sposato e con figli, cerca di distogliere Viviana da questo rapporto, ai suoi occhi poco sano, dandole lui stesso l’affetto che lei cerca nell’amante. In questo modo, i due riescono a creare un legame di tipo materno atttraverso il quale essi si risolleveranno a vicenda, riprendendo le redini delle proprie vite.
Il forte legame creatosi tra i due non avrà fine nemmeno con il ritorno di Sher in Pakistan, infatti, nonostante la lontananza, riusciranno a comunicare attraverso delle videochiamate durante le quali il ragazzo “si apre” con Viviana, ormai da lui considerata come una madre, riuscendo a raccontare le esperienze difficili vissute durante il suo viaggio verso il nostro paese. Grazie alla profonda unione e all’indistruttibile legame che unisce i due personaggi, Sher trova il coraggio e la forza che non aveva mai avuto prima di allora.
Lo spettacolo si conclude con una videochiamata in cui i protagonisti non sono più Sher e Viviana, ma solo urla e spari, che lasciano tutto in sospeso.
Amanda Sandrelli, durante l’incontro, ha spiegato come è stato lavorare con questi ragazzi e ha risposto alle domande dei ragazzi presenti:
Quali sono gli strumenti che rendono il dialogo possibile tra culture così diverse?
”Credo che uno strumento sia anche il teatro. Io sono convinta che questo spettacolo, nel suo piccolo , possa esserlo in qualche modo, anche se chiaramente il mondo televisivo e cinematografico ha molti più spettatori . Penso che se voi leggeste un saggio di come arrivano i ragazzi pakistani in Italia non avrebbe lo stesso effetto, perché il teatro accade in quel momento lì e, se noi attori siamo capaci di fare il nostro lavoro, la gente si immedesima, riesce a sentire quello che sentiamo noi in scena.
L’integrazione è difficilissima, oltretutto ci sono anche parti di culture diverse che noi stessi non accettiamo. E’ importante, sia che la comunità che accoglie sia aperta, sia che la comunità che arriva sia disponibile a cambiare alcune situazioni.
Io penso che a questa domanda dovrebbe rispondere chi lavora sul campo tutti i giorni, perché noi possiamo parlare degli strumenti culturali, di quello che sarebbe bello, che andrebbe fatto culturalmente, poi però c’è anche un lavoro legale e culturale “
Quanto tempo è stato impiegato per mettere in scena questo spettacolo?
” Le storie raccontate sono storie vere che sono state ricomposte da Laura Sicignano , mentre noi attori abbiamo impiegato 25 giorni circa di prove più le varie repliche che già sono andate in scena.”
Abe son of sardaar ka dialogue yaad hai na Roric sher hai sher apni margi se aata hun apni margi se jaata hun koi kutte ke kehne se thode hi chala jaoonga
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